Si chiama così perché il suo peso è veramente ridotto, ma parlare di leggerezza, nel caso dello Zero, non è sufficiente a rendere l’idea, per due motivi. Primo: fra le mani offre una straordinaria sensazione, che va oltre i freddi numeri della bilancia. Secondo: il peso non conta nulla, se non è associato alla forza, alla resistenza, alla capacità di macinare lenza anche nel corso di una trazione forte.
A pesca, lo Zero sviluppa un mix unico di potenza e sensitività; la prima non ha bisogno di spiegazioni, la seconda inscrive il mulinello nell’insieme canna-lenza come protagonista vitale, perché veicola le informazioni alla mano dell’utilizzatore, mentre l’assenza dell’antiritorno le accentua. Protagonisti insostituibili di tutto questo sono il corpo e il rotore del mulinello, creati in carbonio di altissimo modulo elastico, materiale che offre la stessa rigidità dell’alluminio, al 50% del peso. In un corpo rigidissimo, gli elementi in rotazione lavorano senza costrizioni, perché la struttura che li ospita non si deforma sotto carico. Manovella e ruota comando lavorano in stretto rapporto per annullare giochi e dispersioni di potenza.
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